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venerdì 2 dicembre 2011

Bleeding Rome - Scena 8: La preparazione


"...stanno ricevendo le istruzioni dallo Sceriffo. Quando li incontrerai digli solo da parte mia che dovrete salvare il Sabbath."

Si prepara il terreno per nuovi sviluppi importanti nella campagna Vampire the Masquerade: il nuovo personaggio non sembra aver incontrato Roy e Mario per sbaglio...
Riassunti e download dell'intera storia sulla solita pagina RPG in progress.


Scena 8 La preparazione

Per venti minuti la conversazione si sviluppa come se l’avesse scritta Beckett.
Mario: ”Ora dobbiamo sbrigarci a tornare all’Elysium”
Roy: “In realtà dovremmo andare a Garbatella dai Nosferatu”
Charles: “Perché siete venuti fino a Galleria Borghese?”
M: “No... No, tanto Fido non c’é, al Colosseo si sta preparando qualcosa di grande.”
R: “Siamo venuti qui per Fido o no?”
C: “Si, ok, ma cosa sta succedendo? Perché dovete andare dai Nosferatu!?”
M: “Non dai Nosferatu, dobbiamo andare all’Elysium!”
R: “Quindi poi riferiamo direttamente a Gastone?”
Charles sente una Frenesia di nervosismo serpeggiare nelle vene, ma mantiene la calma e dopo altri dieci inutili minuti riesce a farsi spiegare il problema Nosferatu e le loro motivazioni della visita al parco. 
Concludono con: “Tu comunque vieni con noi adesso!” Charles è un vampiro nemico dalla società Cainita, tornerà sicuramente utile alla rivoluzione romana.

La questione fa riflettere i due personaggi: se questi Cainiti si sono nascosti così a lungo dal Mondo di Tenebra può esser solo per timore d’esser distrutti. Se Roma li vuole morti o sono Vili senza protezione o addirittura potrebbero essere delle tredicesime generazioni scampate alle lame del Flagello. Roy trae pubbliche conclusioni: “L’unica scelta è casa tua Mario: è l’unico rifugio fuori mano.” Il Gangrel mugugna qualcosa contrariato, ma sa da solo che in assenza di alternative Borghesiana è il posto più lontano da occhi indiscreti. Si rifà con una ripicca: “Si, però, gli devi lasciare la tua macchina, altrimenti non c’arivano!” Il Tremere nega la sua auto come al solito, proponendo al farcito gruppo di Infanti ignoranti del popolo notturno d’utilizzare i mezzi pubblici per raggiungere le lande oltre Tor Bella Monaca. Mario taglia corto rinviando il problema e spedendo tutti in direzione del Colosseo a fare rapporto a Chichi e lo Sceriffo. 
Gli otto vampiri appena conosciutisi raggiungono, stipati tra auto e motorino, Colle Oppio: il giardinetto sul promontorio che fiancheggia il Colosseo. Da lì la visuale sull’immensa arena romana è ad altezza di gigante.
Mario e Roy intimano alla sperduta Coterie di attenderli fin quando non sarebbero tornati, dopodiché si incamminano per raggiungere l’entrata del Colosseo.

Chichi li attende nella piazzetta dinanzi l’ingresso vampirico, sul vertice dell’ovale dalla parte opposta dell’Arco di trionfo. La suddetta piazzetta è usata spesso dai Cainiti come una vera anticamera all’Elysium, dove condividere nozioni fugaci o effettuare scambi senza dover tenere conto delle regole dell’arena diplomatica.
“Uau tesorini! Siete sopravvissuti a un’Ordalia di Agonìa! Siete veramente da tenere di conto ormai. Come avete fatto?”
Mario: “Eh... niente, Fido non c’era a casa, quindi c’era poco da risolvere.”
Roy: ”In compenso ci sono state un paio di sorprese...”
Chichi: “Tipo?”
R: ”I Nosferatu hanno provato a farci la festa, si erano preparati.”
C: “E com’erano?!”
M: “Buoni.”
Attimi d’imbarazzo, poi la conversazione riprende: “E quale sarebbe la seconda sorpresa?”
R: “Un gruppetto di niubbi, una cellula di vampiri celata alla società romana, si nascondeva nella Galleria Borghese da un paio di mesi. A parte il loro leader non sanno molto della loro natura e delle loro origini, potrebbero essere utili alla causa.” 
Chichi si mostra pensierosa per qualche secondo, poi decide: “Fatemi parlare con il leader, speriamo sia chi penso, nel frattempo voi entrate nell’Elysium che Gastone vi aspetta.”
Roy è riluttante a fornirgli il contatto diretto agli Infanti: “Non so se...” si blocca quando sente vibrare il proprio cellulare, è Charles con cui si era scambiato il numero precedentemente.
Questo chiede: “Vi vedo, state parlando di me?”
“Si.”
“Posso fidarmi?”
“Semmai è Chichi a chiedersi se si potrà fidare di te, scendi dal colle e raggiungila: vuole parlarti, da sola.”

Charles non si fida di nessun vampiro, è stato preso e abbandonato nel mondo Cainita senza ricevere spiegazioni. Non sa nulla riguardo colui che lo Abbracciò, solo qualche dettaglio sulle abitudini: un vampiro mattacchione che si nascondeva tra gli umani spacciandosi per pubblicitario, sparì dalla circolazione senza lasciar traccia dopo un mese dall’Abbraccio. Dal momento della scomparsa del Sire, Charles si è visto cacciare da tutti gli abitanti della notte con la motivazione d’essere una Progenie illegittima dal sangue annacquato. Ha rischiato la Morte Ultima più volte fino a quando non riuscì a conoscere altri reietti come lui. Ne radunò un gruppo e si trovò un rifugio sicuro da occhi indiscreti. Ora il mondo Cainita si interessa nuovamente a lui e la cosa lo rende sicuro di sé come un daltonico al semaforo.
Lascia i suoi seguaci e scende la collinetta a piedi, si aspetta tutto tranne il vampiro darkettone effemminato che lo accoglie squadrandolo da capo a piedi, esordendo in: “Capperi tesoro! Sei proprio un bel maschietto!” L’imbarazzo di Charles lo lascia in silenzio. Chichi torna a parlare: “Quindi tu saresti un Vile di Roma... Brutta posizione la tua eh?” Continua l’imbarazzo che produce una risposta monosillaba: “Sì.” L’estroverso vampiro tenta quindi un approccio meno invasivo: 
“Io sono Chichi, Arpia dell’Elysium romano, sai cos’è un’Arpia?”
Charles: “Cos’è un Elysium?”
Chichi: “...” - “Diciamo che ho una grande influenza, seppur ufficiosa, all’interno della piazza pubblica vampirica. Gli anziani mi ascoltano e la mia voce può arrivare sino al Principe della città.  Roy e Mario ti hanno condotto da me per via di un progetto che potrebbe tornarti molto utile: ti piacerebbe trascorrere l’esistenza senza doverti nascondere? Frequentare liberamente altri Cainiti e nutrirti seguendo le regole cui tutti sono soggetti?”
Charles: “Sicuramente mi sentirei più sereno a non dover guardarmi le spalle ogni notte, ma quanto a frequentare altri vampiri non so quanto possa piacermi.” Finalmente il Vile si apre con sarcasmo.
Chichi sorride soddisfatta: “Stiamo organizzando un cambiamento generale di status nella città. Se poi vorrai comunque rimanere nella tua tana sarai libero di farlo, ma per cambiare le cose qui si dovrà rischiare la propria pellaccia, far saltare qualche testa e radunare un bel po’ di Neonati scontenti. Esistono altre cellule nascoste come la tua?”
Charles: “Qualcuna...”
Chichi: “Quante?”
Charles: “Qualcuna.”
Chichi: “Puoi dirmi almeno se c’è una rete, un sistema per comunicare con tutti?”
Charles: “Sono io la rete”
Chichi si blocca, sorride ed esorta gestualmente a dire di più.
Charles: “Le mie capacità principali, le Discipline come le chiamate voi, mi permettono di richiamare i reietti di questa città. Non ho trovato ancora nessuno con il mio stesso potere, il Sire lo chiamava Communication Breakdown.”
A Chichi si illumina il viso: “Non ho bisogno di sapere altro: sei la persona che mi era stato detto di cercare. Rimani incollato ai tuoi nuovi compagni nei loro compiti ma non ti esporre alla distruzione per alcun motivo.”
Charles: “Si, ok, per quanto riguarda la distruzione puoi starne certo “ - “certA” lo interrompe Chichi- “e quando mi vede il Flagello cosa gli dico?”
Chichi: “Al Flagello hanno gia pensato i tuoi amici e Adolfo, non credo lo vedrai più. Per tutti gli altri ti fornirò io un’identità che potrà reggere per i prossimi giorni: stanno per arrivare in città un bel po’ di Cainiti quindi ci sarà confusione, sarà facile farti passare per una mia conoscenza lontana. Ora aspetta lontano da qui che escano Roy e Charles, stanno ricevendo le istruzioni dallo Sceriffo. Quando li incontrerai digli solo da parte mia che dovrete salvare il Sabbath.”

“Parlo io” - “Se proprio ci tieni...” Risponde Mario al compagno. L’ufficio di Gastone è aperto, al suo interno nessuno ad attenderli.  Le sedie all’interno sono diminuite, ora è rimasta solo quella dietro la scrivania dello Sceriffo assente.
“Allora!?” esordisce la sua voce alle spalle dei due compagni assorti “Perché siete qui e senza Fufi?” I due si voltano e si sentono subito schiacciati dall’importante statura di Gastone.
“Non c’è.” La risposta di un Roy piccolo piccolo. 
Gastone è in vena di sarcasmo: “Avete provato a cercarlo dentro il parco?”
Roy: “Sì, non c’è traccia di lui, sembra scomparso da mesi a quanto pare, abbiamo fatto delle ricerche.”
Gastone: “Quindi se mando qualcuno a verificare mi torna vivo e con le vostre stesse informazioni.”
Roy: “Esatto.”
L’assenza di paura negli occhi dei due piccoli Cainiti convince lo Sceriffo che conclude: “Se è così vi ha detto bene ragazzi. L’Ordalia sarebbe conclusa in questo caso e Agonìa non potrà pretendere ulteriori prove. Ora correte a Numidio Quadrato, davanti l’aeroporto: Benito vi attende per un compito di vitale importanza per queste notti.”
Roy: “Ma non c’è una riunione in questo momento?”
Gastone: “Si, ma non siete invitati. È aperta a tutte le generazioni dall’undicesima in giù. Serve a organizzare la città per il Conclave che inizierà domani.” 
Roy: “Conclave?!”
Gastone: “Si, e anche quello non vi riguarda, è aperto fino alle decime generazioni. Ora correte da Benito che dobbiamo assolutamente eliminare la cellula Sabbath che abbiamo scovato al Quadraro: domani si va in scena e non voglio guai davanti i Conciliatori. Assieme a Benito vi stanno attendendo anche Gli Intoccabili.”
Mario sbotta: “Ma perché!? Cheppalle quella Coterie di incapaci, sono in grado solo di provocare, nient’altro.”
Gastone coglie al volo l’occasione per una lavata di capo: “Tu, merda, andrai lì e mostrerai tutto il tuo rispetto a dei Fratelli che al vostro contrario non hanno mai sbagliato un colpo. Fate un solo sgaro e Agonìa non sarà più un problema per voi.”
Con queste parole lo Sceriffo li congeda, i due prendono il corridoio verso l’uscita con le spalle curve e sguardo fisso in terra. Roy ripensa alla discussione: “T’è bastato un solo intervento... Che ti costava tenere la bocca chiusa?!” - “So’ loro che mi fanno incazzare!”

Raggiungono Colle Oppio, Charles è lì intento a discutere con la sua Coterie di reietti. 
“Dovete nascondervi, noi abbiamo un compito da fare.” annuncia un Roy con le palle girate. “Intendi noi abbiamo qualcosa da fare, Chichi mi ha messo nella vostra Coterie, anche se i ragazzi dovranno comunque andarsi a nascondere il prima possibile, prima che creino qualche danno.”
Roy: “Con noi... E come dovremmo giustificare la tua esistenza al mondo? Sai, ne abbiamo pochi di problemi...”
Charles: “Non preoccupatevi, dice che si occuperà lei di trovarmi un’identità plausibile. Ah! Ha poi aggiunto, non so cosa voglia dire, che dovremo «salvare il Sabbath», sapete a cosa si riferisce?”
Se Roy non fosse così avaro spenderebbe parte del proprio sangue per riattivare le ghiandole lacrimali e piangere come un bambino. Sbotta: “Bene! Ci sono altri problemi da risolvere o abbiamo finito qui?!” - “Veramente non sappiamo ancora come far arrivare i ragazzi fino a casa di Mario...”
Questo è troppo per il Tremere: “Autobus, a noi la macchina serve” butta 10 euro per terra, volta le spalle e sale sul suo mezzo. Mario guarda Charles come un fidanzato che non ha parole per giustificare la propria donna “È fatto così... E poi ti assicuro la nottata è iniziata male”
Charles rinuncia all’opzione dell’automobile e lascia spazio al Gangrel per illustrare alla Coterie la strada e i mezzi da prendere per arrivare nel proprio rifugio.
Questa si mostra alquanto immatura senza la guida del proprio leader e ascolta la spiegazione come una classe di liceo all’ora di religione. Charles si raccomanda di non dare nell’occhio durante tutto il tragitto, soprattutto in città. Annuiscono tutti e si incamminano per la discesa verso la fermata dell’autobus prendendosi a spintoni come ragazzini, eccitati come sono per il cambio repentino dei ritmi della non-vita. 
Charles e Mario rimangono soli ad osservarli in cima alla collinetta, il Gangrel scuote la testa e sussurra: “Non c’arriveranno mai...”

...to be continued.

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