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domenica 5 febbraio 2012

First play: Chang Cheng



Nonostante i giorni freddi e aridi si trova ogni tanto il tempo di giocare e provare qualcosa di nuovo.
Piombato senza invito a casa di un amico sono stato lautamente ripagato con il battesimo di un board game appena acquistato (seppur vecchio di 5 anni): Chang Cheng.


Sapore
Il cuoco è Walter Obert, il medesimo di numerosi party game e alcuni Cocktail games come Tokyo Train, dove il rumore e la frenesia del gioco hanno molta più importanza delle strategie, questa volta però alza il tiro e ci regala sapori ben più complessi.
Abbiamo quindi questo piatto squisitamente carcassoniano: una strategia non banale, dalle meccaniche semplici e turni di gioco rapidi. La tensione serpeggia costantemente durante il gioco e non si conosce il vincitore fino al gong finale. Ultimo dettaglio gustativo: il sapore della Cina feudale è reso in pieno grazie ad alcuni elementi del gioco con un design veramente ben studiato sul piano emozionale.
Plancia dei punteggi, tipo Carcassonne, ma fino a 40 punti.
Questo limite al punteggio è un bel bug, a volte capita di sforarli.

Meccaniche
Semplici come piacciono a me. Seppur con qualche clausola di troppo il gioco fila liscio, con le stesse 6 carte per tutti, una serie di pezzettini uguali tra loro e 2 pezzi speciali la partita si trasforma spesso sotto gli occhi dei giocatori.
La meccanica del gioco in sé è di piazzamento e conquista territorio, dove i giocatori dovranno costruire assieme la muraglia cinese. Con una logica di maggioranza si prendono punti dalle province cinesi, successivamente si prendono legnate dalle invasioni dei mongoli. Quest'ultima parte la trovo molto interessante: come in Carcassonne si avanza sul tabellone del punteggio man mano che si chiudono le province; a fine partita però, invece di caricare i punti finali, si scalano i punti a chi farà da scudo alle invasioni barbariche (o meglio: da chi non è riuscito a scansarsi dalla traiettoria per l'occasione).
Potrebbe essere un gioco a informazione completa se non fosse per le infamissime carte che scombussolano gli equilibri sui territori. Queste si piazzano durante il gioco di conquista e si scoprono quando una provincia è chiusa e si deve determinare chi ne è il possessore: vengono quindi risolte da una meccanica di priorità di facile utilizzo che offre ulteriori elementi strategici.



Materiali
Un lavoro da psicopatici. Alcune parti del gioco sono disegnate con classe, senza urlare, senza strafare ma dando esattamente ciò che il gioco richiede: l'infografica è facilmente comprensibile, le illustrazioni di Giuseppe Rava dimostrano tutta la sua esperienza nella riproduzione di scene del medio evo, il design stretto e lungo delle carte ti riporta direttamente all'antica Cina e le componenti in plastica non mancano di nulla. A fermarsi qui il lavoro sarebbe perfetto.

Le carte di gioco.
Il numero di pallini nella parte superiore della carta
indica il numero di priorità con cui va risolta la carta.
Se 2 carte giocate su una provincia hanno lo stesso
numero, queste si annullano. 


Poi interviene la plancia di gioco: La forma rettangolare viene resa obliqua non so per quale oscuro motivo. Potrebbe essere, come è stato per le carte, per allacciarsi a delle forme culturali, ma non mi ricorda nulla di cinese. Potrebbe essere per assecondare la modularità della mappa, ma questa trovata ne limita solamente il numero di combinazioni. Mah.
Se poi si guardano le illustrazioni su queste mappe ci si chiede quale cane senza dio abbia potuto usare impunemente le illustrazioni in quel modo: pezzi di paesaggio volano all'interno dello spazio negativo, senza alcun senso o giustificazione grafica. Magari per ricordare le iconografie delle mappe? Nel caso sarebbe solo un brutto tentativo.
Insomma il lavoro lo definisco da psicopatici perché passa dall'eccellenza al pattume nel giro di pochi materiali. Tendenzialmente i materiali son buoni, peccato per quella plancia di gioco.

1 di 4 moduli della plancia di gioco.


Conclusioni
Gioco interessante, non arriva sicuramente a sostituire l'immortale Carcassonne ma merita sicuramente almeno una seconda partita.

1 commento:

  1. bella voce, sono d accordo sulla critica alla plancia di gioco...pessima illustrazione, per le tessere invece si sono impegnati un po di più.

    sarebbe stata interessante un'espansione per più player!

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