Dopo aver giocato a un quintale di giochini, dalle rivisitazioni del vecchio calcio balilla ai party game, passando per una secchiata di filler, ci siamo visti chiudere la ludoteca. Allora credevamo fosse finita la magia, ma non mi son dato per vinto e son tornato dal curioso personaggio incontrato poco prima nell'area autoproduzione.
Questo si è presentato come Matisse: artista di strada, clown, ideatore di Shine. Alché ci siamo seduti al tavolo con lui, ci ha spiegato le regole, abbiamo giocato e la magia è aumentata vertiginosamente.
Sapore
Shine è un gioco che suona sulle note di Dixit dove il viaggio è molto più interessante dell'obiettivo ma, a differenza del suddetto, la conversazione prende il posto delle immagini.
Il un primo momento, reduci da giochi come Niagara dove l'infamia tra player è istigata costantemente, non siamo riusciti a entrare nella mentalità adeguata. Dopo cinque minuti il gruppo si è ambientato e la magia del gioco ci ha aperto una serie di conversazioni che dovrebbero avvenire più spesso nella vita di tutti i giorni.
La storia
Nell'universo Shine ci sono 21 pianeti della conoscenza, ognuno tematico: quello dell'arte, del denaro, dio, donna, eros e così via. Per concludere il gioco si devono conquistare i 3 pianeti segnalati nelle proprie carte obiettivo assegnate a inizio partita.
Meccaniche
La comunicazione è la leva del gioco. Questa viene gestita tramite 4 vie differenti: dialogo, contatto fisico, divertimento e cultura.
La scelta del giocatore è sul pianeta da conquistare, posso quindi avere confronti su vari argomenti, come il viaggio, la verità, la vita, la morte, e tanti altri. Spesso non si riesce ad arrivare sul pianeta desiderato, ma è un bene poiché ci si trova ad affrontare argomenti inaspettati. Una volta arrivati su un pianeta inizia la sfida con un altro giocatore per la conquista del territorio.
L'azione è una domanda a tema del pianeta coinvolto. Questa viene votata dai giocatori al tavolo in base al suo livello di interesse. Il voto è positivo o negativo. Viene votata anche la risposta dello sfidato, sempre in base a quanto interesse questa crea nei player presenti al tavolo. Tra i 2 giocatori coinvolti nella sfida vince chi ha ottenuto più voti positivi, conquistando così il pianeta.
Materiali
I materiali del gioco non posso giudicarli professionalmente, poiché mancano proprio della mano di un professionista del design. Matisse ha impaginato il tabellone e le carte da sé, con Word (non credevo quel programma puzzone potesse far tanto sinceramente), un disegno all'altezza del gioco suppongo avverrà in fase produzione.
Nonostante l'evidente buco nella grafica è però presente un certo gusto nella scelta dei materiali e dei colori.
Nero e viola sono le dominanti, il viaggio all'esplorazione dell'universo è quindi reso pienamente. Il viola, come insegna la nostra amata Milka, è il colore della fantasia per eccellenza (non sto qui a spiegare il perché, non vi sciorino anni di studio di design in due righe sul blog).
I materiali come i dadi, la clessidra e i segnapunti sono stati scelti veramente bene, sono evidenti, colorati, allegri, viene voglia di toccare tutto. Si vede, insomma, tutta l'arte del clown, sanno attirare attenzione con un sorriso.
Aneddoto
Alla prima sfida sono stato scelto, probabilmente a causa del mio vizio d'attirare le attenzioni, sul pianeta eros. Peccato, pensai, avrei preferito parlarne con la mia donna. La domanda chiedeva perché le religioni prendono spesso di mira il sesso. La mia risposta fu abbastanza telegrafica: "Perché ogni multinazione ci tiene ad avere il monopolio per sé". Matisse consigliò quindi Federico, il mio sfidante, di chiedermi di più, per tirare fuori altro dalla mia risposta. Lui rispose che se mi avesse spinto a dare di più avrebbe fatto il gioco mio e, strategicamente parlando, non aveva nemmeno tutti i torti. Quel che però non avevamo ancora capito era che non importava "vincere" la partita, ma scoprire le persone di fianco a noi. Domande e risposte, in Shine, non sono mai giuste o sbagliate, sono solamente accettate o meno dai giocatori al tavolo.
Un altro esempio è stato quando ho sfidato Luke sul pianeta universo, dopo aver capito bene il senso del gioco. Sapendo che non ha mai letto Guida galattica per autostoppisti ho chiesto: "Perché 42 è la risposta definitiva a la vita l'universo e tutto quanto?" Ha fatto le capriole per dargli una spiegazione logica (spiegazione che, tra l'altro, non fornisce né Douglas Adams, tanto meno il supercomputer Terra), ma è stato talmente bravo a porre i presupposti in modo da venirne a capo che ha vinto nettamente la sfida e si è preso infine il mio pianeta. Quel pianeta era nei miei obiettivi per vincere il gioco e sapevo che me lo avrebbe potuto rubare con quella domanda, ma il desiderio di poter vedere le sue evoluzioni in materia di vaccate mi ha portato a fare comunque quella scelta. E non me ne sono pentito.
Conclusioni
Spero che il gioco veda presto una prima produzione, cosa che avverrà quando abbastanza persone lo avranno ordinato a Matisse, pagando sulla fiducia.
Per poterlo ordinare e chiedere ulteriori informazioni vi segnalo il gruppo su facebook di Shine the game.
Per ulteriori informazioni sul gioco e ideatore c'è invece questo link.
Have a nice trip!
mauri!! continuo ad odiarti!! ora voglio questo gioco, o almeno giocarci per vedere che si combina..
RispondiEliminaSi combina una conversazione continua tra gocatori. anche il player più immaturo credo si possa infervorare se circondato da un tavolo dalle forti passioni.
RispondiEliminaLe meccaniche vanno aiutate dalla voglia di giocare (per capire questa frase devi averlo giocato), ma ti assicuro che è un party game da tenere in libreria per qualsiasi circostanza, soprattutto in serate frequentate da babbani.
Dev'essere carinissimo e bello tosto! Facciamo una petizione perché sia prodotto!! :D
RispondiEliminaBasta prenotarne una copia al link sopraindicato per farlo diventare realtà ;)
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