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lunedì 5 settembre 2011

Bleeding Rome - scena 5: Bombers primi passi


...Mario non risponde, l’assassino taglia. Il dolore scaturito è soprannaturale, un bruciore degno della lama dell’Arcangelo Gabriele gli lacera la gola...

L'intreccio si sviluppa, nuove scoperte, proposte e sberle per i personaggi nella campagna Vampire: the Masquerade.
I riassunti sulla solita pagina RPG in Progress, per il download del pdf completo clicca qui.




Scena 5 Bombers primi passi

“Cazzo...” è il primo pensiero di Roy “...ora dovrò partecipare anch’io alla discussione.”
Sul serio, non voleva entrare a far parte di quella strana storia, non gli piaceva l’idea di lavorare contro gli Anziani, non gli piaceva il posto in cui si trovava e soprattutto non gli piaceva Chichi. Quell’apparentemente sciocco Toreador dalla gestualità effemminata è in realtà un genio delle arti sociali, parlargli significa solo mettere a rischio la propria posizione nel Mondo di Tenebra e in queste notti Roy avverte una puzza di bruciato troppo vicina al proprio posteriore.


Mario si avvicina al tavolo senza timore, Roy, per illogica paura d’esser tagliato fuori dagli affari, lo segue subito dopo.
“Alla fine siete venuti tesori!” esordisce Chichi, con voce da coniglietta, appena i due personaggi prendono posto al piccolo tavolino circolare.
“Temevo non avessi fatto colpo su due maschioni come voi...”
“Non siamo qui per flirtare” interrompe bruscamente Mario “ci hai detto qualcosa all’Elysium, cos’altro puoi aggiungere?”
Chichi: “Che modi...” Prende qualche secondo, schiarisce la gola e torna a parlare con un tono molto più basso: “Qualcuno è stufo dell’egemonia di questi Anziani, si sta muovendo qualcosa in città gia da qualche tempo...”
“Che vuol dire? Chi è stufo?” chiede ingenuamente Mario..
“Non posso dirvi molto ragazzi, capitemi: sto rischiando tantissimo confessandovi questi dettagli, se decidete di salire a bordo vi dirò di più, ma ora posso solo assicurarvi che si combatterà per finire quest’era di terrore anziano, con buone possibilità di successo.”
“E chi dice invece che non siamo noi a essere in pericolo parlando con te?” suggerisce Roy.
Chichi sorride “Vi basterà riferire questa breve discussione ai vostri mentori per far del mio un posto al sole. Ovvio che sarebbe la mia parola contro la vostra, e io vi porterei giù con me.”
Mario si scalda,  vuole muoversi: “Allora dacci qualcosa in più, non posso fare la rivoluzione senza sapere nulla.” - “Pensate al sapore del sangue sotto la luna piena, in un quartiere alto, un territorio che potreste declamare vostro, senza tema di pestare i piedi all’Anziano sbagliato. Provate a immaginare il sapore della libertà in una città dagli Anziani in fuga e tornate domani qui, alla stessa ora, per dirmi se questo sogno lo volete fare anche di notte.”
“Solo una notte di tempo?” è la reazione dei due. “Anche meno...” risponde Chichi “...nel caso quel tizio liggiù, che sembra essere una spia, avesse sentito tutto...”
Roy e Mario si girano seguendo la direzione dello sguardo di Chichi. Notano un uomo in giacca e cravatta, decisamente fuori luogo nel locale dark, che appena si sente osservato prende la via dell’uscita. Non c’è più tempo per le domande: i due vampiri si alzano e corrono all’inseguimento dello sconosciuto. Escono dal Blackout, l’inseguimento arriva al parcheggio ma ormai il losco personaggio ha raggiunto la sua auto che mette in moto. Mario prova a raggiungerlo quando fa manovra, Roy entra invece nella sua automobile e l’accende, il Gangrel prova ad attaccarsi alla nuova Panda Fiat della spia ma manca il bersaglio. “Inizio a stancarmi dei salti a vuoto” è il pensiero di Mario mentre entra al volo nella Bravo di Roy.


L’inseguimento procede sulle strade romane fino a Villa Pamphili, dove i personaggi vedono l’auto della spia fermarsi, questa scendere e scavalcare il cancello d’ingresso al parco.
Roy parcheggia dietro la Panda, Mario prende subito d’ingresso del parco per continuare a piedi la caccia alla spia, Roy preferisce prima perquisire l’auto dello sconosciuto. 
Nella quiete del parco chiuso alle visite si sente solo l’affanno dell’inseguito e i passi attutiti dall’erba, la corsa disperata per la sopravvivenza si svolge in un paesaggio muto. La spia e Mario corrono a perdifiato giu per una discesa, in fondo a questa una casina in legno sembra essere la meta della staffetta. Mario mette le ali ai piedi, la posta in gioco è la sua non-vita: se quella spia riferisse a un qualunque Cainita i discorsi fatti poco prima con Chichi, la Morte Ultima sarebbe la conseguenza meno terrificante. Arriva vicino al proprio obiettivo in fondo alla discesa e, sfruttando l’ultimo tratto di pendenza, compie un ennesimo balzo per raggiungerlo. 


Intanto Roy, nella macchina dell’inseguito, fruga ovunque nel cruscotto trovando dei documenti personali, 150€ e un numero di telefono: mette tutto in tasca ed entra anche lui nel parco per aiutare il compagno. Si trova a metà discesa quando vede Mario in fondo fare un salto e placcare finalmente la spia, iniziano quindi una colluttazione vicino la casina di legno. 
Il Tremere nota, dal filo di luce che incornicia le finestre tappate, presenze attive nella casa; accosta l’orecchio alle pareti esterne, aplifica i sensi con Auspex e lascia Mario alla sua scazzottata. Questa continua colpo su colpo, il Gangrel sa di avere un mortale, al massimo un ghoul, come avversario. Quest’ultimo ormai non riesce più a tenere il ritmo del vampiro prendendo più colpi di quanti riesca a darne. In difficoltà e impossibilitato a scappare lancia un grido d’aiuto a squarciagola, troncato violentemente da un’artigliata di Mario, che lo trapassa da parte a parte all’altezza del fegato. Roy ascolta dall’interno della casa la reazione al grido: “Che sta succedendo là fuori?!” la voce del Primogenito Ventrue, “Corri a controllare” ordina la voce di Adolfo dei Gangrel. 


Roy si affaccia sull’altro lato della casa per assicurare la sopravvivenza al compagno, che vede allontanarsi dal corpo per andare a nascondersi dietro l’albero più vicino. Si sente il suono della porta che si apre, questa non è visibile da nessuno dei lati della casa presidiati dai due compagni, sul versante di Mario arriva un uomo, nota il corpo e gli si avvicina. Controlla la pulsazioni, si guarda attorno circospetto ma rinuncia subito a trovare dei bersagli, infine trascina il corpo dentro la casetta. 
Roy si mette di nuovo ad ascoltare le conversazioni all’interno:
“Dannazione Adolfo, questa è opera d’un Fratello del tuo Clan!” sente chiaramente la voce di Alvaro, Primogenito Brujah. “Non siamo qui per fare accuse” taglia corto Adolfo “finitelo, premieremo la sua determinazione Abbracciandolo, se Giancarlo è d’accordo”. Il silenzio che segue la sentenza lascia intendere una risposta affermativa.
Adolfo riprende: “Ora dedichiamoci al nostro accordo, come voteremo al Conclave sul progetto Livello 11?”
Alvaro e Giancarlo si dicono favorevoli; entra nel discorso una nuova voce, il timbro caratteristico dello scarico intasato fa presumere Agonìa, il Nosferatu: “Certo... un genocidio generazionale è una cosa forte, sarà difficile liberarsi di tutte le dodicesime generazioni in una sola notte... e sicuramente i Conciliatori chiederanno spiegazioni: corriamo dei rischi.”
“Al diavolo i Conciliatori!” sbotta Adolfo “Loro non sono di Roma, a casa nostra comandiamo noi. Imperium ha amministrato questa città per secoli in modo esemplare, sempre grazie a noi, rimarremo compatti e non potranno farci nulla com’è sempre successo. In più quella dannata bambina sta crescendo sempre più in fretta, sebbene manteniamo le generazioni al di sotto di uno scalino rispetto al resto del mondo” Adolfo fa una piccola pausa, poi ritorna: “Dimmi Agonìa, stai facendo problemi per ottenere ancora più vantaggi?” - “Vantaggi? No” la risposta del lavandino rotto “Cerco solo garanzie... Garanzie che chiunque verrà qui a Roma, e qualcuno verrà, non potrà mettere piede nel mio territorio, tutto qui.” - “Giancarlo è con noi, quindi anche il Principe, non avrai nulla da temere. Sarò il primo a oppormi all’ingresso in casa tua, anche se dubito che qualcuno vorrà entrarci” - “Allora mi trovi d’accordo al livellamento.” La risposta finale del Nosferatu.


“Progetto Livello 11? Genocidio generazionale? Bambina che cresce? Ma che razza di storia è questa!?” Roy è confuso: ha appena sentito parlare quattro dei Cainiti più potenti della città, e questi sembra abbiano l’impellenza di farlo fuori assieme a tutta la sua categoria. Raggiunge Mario dietro gli alberi e gli riferisce le ultime scoperte. Lui si dimostra meno confuso del Tremere sebbene Adolfo sia il suo Primogenito. Riesce a superare lo shock con una singola e potente imprecazione, qualcosa riguardo la divinità con cui spesso se la prendeva nella sua passata vita mortale.
Finita la blasfemia chiede: “La spia si è salvata?” - “L’hanno Abbracciata, se abbiamo fortuna c’è tempo fino a domani notte prima di avere un nuovo Fratello in città.”
“Domani è troppo lontano.” Così dicendo Mario si alza, prende le chiavi dalla tasca di Roy e corre verso l’ingresso dove avevano lasciato la macchina.


Il Tremere rimane in attesa nascosto dagli alberi, sente la porta aprirsi e delle voci uscire all’aperto. Vede finalmente qualcosa: due figure, probabilmente i Primogeniti Ventrue e Brujah, incamminarsi per la salita verso l’uscita. 
BIBIP BIBIIIP! Un messaggio al cellulare di Roy. I due Primogeniti si voltano di scatto verso il rumore, cercano di vederne la fonte ma non accennano ad andargli incontro. Le paranoie e le paure degli Anziani salvano la vita al piccolo vampiro.
Dopo il vano tentativo di individuazione si rincamminano per la salita, uno di loro fa una chiamata con il cellulare: “Pronto? Si sono io, vieni a Villa Pamphili in perlustrazione, o manda il tuo Vice o quell’altro ancora. Qui succedono cose strane stanotte. No, io me ne sto andando, ciao.” - “Benissimo!” Riflette Roy “Una spia che ci ha sentito complottare sta per svegliarsi, i Primogeniti ci vogliono morti, i Nosferatu hanno un motivo più per volerlo, quel deficiente di Mario mi invia i messaggini e adesso avremo a che fare con lo Sceriffo, o chi per lui.”
Legge quindi il messaggio incriminato: “Aspttami li sto spstndo la macchina.” Finisce di tradurlo, si gira e trova il mittente del messaggio al proprio fianco. 
“Genio, fra un po’ arriva lo Sceriffo, abbiamo poco tempo.” Lo avverte stizzito. Mario continua a non dar risposte, si rimette a correre stavolta in direzione del muro perimetrale più vicino a loro. Lo scavalca e rientra nella Bravo di Roy; prende la pelle di daino dallo sportello “Si incazzerà come un animale quando saprà cosa ho usato” pensa con piacere. Prende poi una bottiglietta dal cruscotto, esce dalla macchina e succhia la benzina dal serbatoio. Ritorna da Roy con una molotov in mano “Dammi lo zippo di André, so che ce l’hai.” Il Tremere lo asseconda, Mario esce dal riparo avvicinandosi alla casa, raccoglie tutto il suo coraggio e con gli occhi chiusi accende la pelle di daino infilata nel collo della bottiglia. Lancia infine la bomba sul tetto della struttura. Pof! Il suono del vetro che si rompe. Mario si incammina verso l’amico quando si ferma: una lama è a contatto con il suo collo, il braccio che la tiene sparisce alle sue spalle: “E tu chi sei?” chiede la voce dietro di lui, Mario scopre di saper sudare anche da morto: Gastone non ha risposto all’appello del Primogenito, ha mandato il Flagello. 


Il Flagello, chiamato anche Castigatore in alcune città, non è altri che un vampiro a cui è stato dato il diritto di distruzione, questo può quindi andare a spasso per la città uccidendo altri vampiri che reputa pericolosi per la società Cainita. Per essere un buon Flagello si devono possedere due capacità peculiari: un discreta intelligenza atta a riconoscere un vampiro a cui non frega nessuno se verrà ucciso e l’attitudine all’assassinio. Il Flagello di Roma è un Assamita, l’unico in città, il Clan dalla pelle nera che ha la passione per l’omicidio seriale pari all’ ardore dei Nosferatu per i segreti.
Mario non risponde, l’assassino taglia. Il dolore scaturito è soprannaturale, un bruciore degno della lama dell’Arcangelo Gabriele gli lacera la gola. Estrae gli Artigli e fronteggia il nemico. Attacca con un primo colpo, l’Assamita lo accusa e risponde con una seconda pugnalata. Sta per dare un terzo colpo quando Roy, uscito dal nascondiglio, gli si getta sul braccio, e porta l’Assamita a colpire sé stesso. Il killer attiva Velocità e sferra due colpi separati, uno per ogni avversario: Mario schiva terrorizzato, Roy invece ripete la precedente esperienza dell’amico. I due giovani Cainiti stanno andando oltre le proprie capacità ma non demordono: il Tremere si avvinghia al nemico, estrae i canini e morde al naso, contemporaneamente Mario lo colpisce al fianco con gli Artigli. Una seconda artigliata del Gangrel sta per arrivare, l’assassino tenta di farsi scudo con il corpo di Roy, il quale asseconda il movimento per effettuare un salto che lo levi dalla mischia. Gli Artigli della bestia arrivano a destinazione passando per la milza di Roy e concludendo la corsa nello stomaco del nemico desiderato. Il Tremere, pagando con le proprie interiora, viene scaraventato a due metri dalla colluttazione, sotto la casa che sta ormai prendendo fuoco. L’assamita è sfinito, Mario lo stesso, ma sentendo la porta aprirsi e le imprecazioni di un Adolfo in lotta con la propria Bestia, usa tutta la forza di volontà rimastagli per raggiungere Roy, che ormai è dietro la casa fuori dalla visuale. 


Reggendosi a vicenda si incamminano per la salita, nel mezzo della quale si fermano ad osservare di sotto: la casa è ormai in fiamme e Adolfo sta trascinando l’Assamita tra gli alberi del parco, nessuno li sta inseguendo e la spia sembra esser rimasta dentro la struttura. I sempre più sventurati vampiri arrivano all’auto, sono le undici e mezza. 
Roy ammette: “Mi sa che dobbiamo appoggiare la proposta di Chichi.” - “Io ho bisogno di sangue: sto morendo” la risposta di Mario. 
Una breve pausa poi Roy chiede: “Dov’è la pelle di daino?”

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