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sabato 27 agosto 2011

Who knows Ligretto?



A conoscerlo sono in pochi, Ligretto è un gioco per famiglie, secondo me immeritatamente sconosciuto.
Avete presente il tanto amato Uno, il gioco per babbani dove alla seconda partita stai gia pensando alla cena? A Ligretto, gioco dai natali precedenti (1960 contro 1971) c’è invece il rischio di non finire più.
Questo impegna il cervello, gli occhi e le mani per 5-10 minuti, senza tregue a più manche, in quel breve lasso di tempo il giocatore è portato ogni secondo a mantenere un livello di concentrazione sempre più alto.
Le combinazioni numeriche sono semplicissime, il problema è il gioco di tutti i player in contemporanea, che porterà le diverse mani ad incrociarsi, sovrapporsi e contrastarsi per piazzare le carte disponibili.

Storia
Essendo un gioco astratto non ha una sua storia narrata e si basa sulle catene numeriche.
Il gioco nasce nel 1960 in Germania, sotto il nome di Dutch Blitz, e darà i natali a tanti altri giochi per famiglie come ad esempio è stato per Uno.



Meccaniche
Ogni giocatore deve finire i proprio piccolo mazzo preparato dinanzi a sé, mettendo tutte le carte al centro del tavolo, disponendole in mazzetti dello stesso seme che partono dal numero 1 fino alla carta n.10, in ordine crescente. Ciò vuol dire che se un mazzo giallo è arrivato al n.5, tutti i giocatori che avranno disponibile un 6 giallo si sbrigheranno a piazzarcelo sopra, il primo che arriva lascia la carta, gli altri se lo riprendono in mano e si passa al 7, e così via.

Aneddoto
In ufficio eravamo stanchi di Dixit, giocato per un mese a tutte le pause pranzo, allo stesso mazzo. Carcassonne anche iniziava a stufare, è stato il momento di Ligretto. I successivi 2 mesi ho faticato per far cambiare gioco, Ligretto è diventato la nostra piccola guerra quotidiana per alcuni suoi evidenti vantaggi: la brevità di ogni singola mano, il sistema a punteggio che permette di staccare il gioco quando si vuole e una botta d’adrenalina da svegliare anche il dipendente più distratto.



Conclusioni
Un gioco per famiglie odiato da coloro che non hanno una splendida coordinazione occhio-mano e gli amanti dello strategico, apprezzato da tutti e amato da molti.
Quando me ne andai dall’agenzia ridisegnai questo gioco personalizzandolo in Cubetto (l’agenzia si chiama Cube), usando i loghi dei clienti per il riconoscimento delle carte.

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