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giovedì 3 novembre 2011

Bleeding Rome - Scena 7: Macelleria borghese - parte 2



"Ritira gli artigli e azzanna il Nosferatu incapacitato a difendersi. Sangue di vampiro: è veramente il più buono che si possa trovare in circolazione. Beve avidamente sino all’ultima stilla di vitæ. Quando termina il sangue si asciuga il sapore ma continua un gusto più amaro restio a concedersi. È l’anima della vittima che lotta per non essere assimilata, basta poco impegno a Mario per troncare la forza riluttante e terminare così definitivamente l’esistenza già morta in vita."

Il titolo della scena acquista un senso e ne succedono un po'.
Continua l'avventura in Vampire: the Masquerade.
Come al solito i riassunti e i download sulla pagina RPG in progress.

Scena 7 Macelleria Borghese - parte seconda

...La parziale figura visibile dalle telecamere si piega sul pavimento e successivamente si ripropone nello stanzone facendovi scivolare all’interno un ratto, dopodiché sparisce definitivamente dall’inquadratura.
“Ora siamo fottuti” Decreta Mario che ormai conosce abbastanza bene i Nosferatu “Dobbiamo uccidere quel topo” aggiunge Roy.
Charles li schernisce: “Non capisco, quello era il licantropo? O avete paura del topo?”
Roy: “Quello era un Nosferatu, e probabile che il topo sia sempre lo stesso Nosferatu. Stai scherzando con il fuoco, dobbiamo ucciderlo.”
Charles: “La situazione continua a non essermi chiara: invadete il mio territorio millantando forze spiegate inesistenti, mi raccontate di un pericoloso licantropo che poi è un Nosfequalcosa, che dopo ancora è un topo. Ora parlate di uccidere. Non solo non avrete nulla finché non vi spiegherete, ma ora rischiate di essere buttati fuori.” Il tono è duro, indispettito dal caos creato da quei due vampiri disorganizzati.
In quel momento si fa largo, tra i piedi che affollano la stretta stanza, il topo di fogna visto entrare nel piano di sotto. Questo accoglie l’invito di Charles a salire sulla mano e lì rimane fermo, anche se tremante, ad osservare i volti dei vampiri ad altezza d’uomo.
“Non mi sembra poi così vorace questo topolino.” continua Charles con la zoccola che entra a fatica in due mani.
Mario fa uno scatto tentando di afferrarla ma questa scappa uscendo dalla stanza.
“Prendete quel ratto!” Sbotta Roy.
 “No. Non ha senso tutto questo, dovrete prima spiegarmi la situazione.” È la risposta di Charles
Roy ritenta l’inganno: “Se non vi sbrigate chiamo i Lanzichenecchi che mi hanno accompagnato e vi butto giù il rifugio.”
Charles, di risposta, gli volta le spalle: “Accompagnateli alla porta, questi signori non vogliono collaborare.”
I suoi cinque seguaci lo lasciano uscire dalla stanza e guardano i due personaggi che han giocato male le proprie carte. Questi si fanno accompagnare all’uscita senza opporre resistenza.
Una volta soli davanti l’ingresso Roy e Mario non hanno il tempo di litigare tra loro: vedono il Nosferatu ai piedi delle scale che li esorta: “Che fate ragazzi, complottate contro il nostro Clan con i vostri amichetti lì dentro?”
I due frustrati Cainiti non perdono tempo e si lanciano alla carica del vampiro nemico. Mario correndo, Roy spiccando un salto dal pianerottolo che anticipa l’amico giungendo ai piedi della piccola rampa in concomitanza di un pugno che esce dalla colonnina a fianco: un Nosferatu nascosto gli tende un agguato.
Il colpo sferrato a Roy lo incolla al muro, Mario giunge subito dopo ma manca il bersaglio nascosto. Ambedue i Nosferatu fuggono in direzioni diverse. Roy si getta all’inseguimento dell’aggressore in direzione del boschetto, Mario sul primo Nosferatu che ora è fermo ad aspettarlo a una decina di metri di distanza, sotto al muro del palazzo. Il mostro non accenna a muoversi durante tutta la carica del Gangrel, che fa in tempo a sentire un urlo di guerra per accorgersi di un’altra imboscata: un terzo Nosferatu in alto piomba dalla terrazza e colpisce duramente Mario schiacciandolo al suolo. I due Nosferatu non perdono l’occasione per massacrarlo assieme.
Dentro la Galleria il gruppo di sprovveduti vampiri assiste alla scena, Charles esce subito per porre fine alla colluttazione, i suoi uomini scappano terrorizzati rifugiandosi nei piani alti.
Imprecando i meschini compagni Charles si dirige a passo veloce verso la mischia, impone le mani sulle spalle del primo Nosferatu e questo cade a terra paralizzato. L’altro mostruoso vampiro, preso dalla foga, non si accorge della nuova minaccia e affonda le zanne nel collo di Mario iniziando a succhiare la sua vitæ. Charles ha campo libero e ripete l’operazione: impone le mani sull’altro mostro paralizzandolo all’istante.
Roy è dietro il vampiro in fuga che, appena addentrati nel boschetto, spicca un salto smisurato facendo così perdere le proprie tracce tra le chiome degli alberi.
“Meglio tornare indietro, qui non ho possibilità contro quel mostro.” pensa il Tremere battendo in ritirata.
Torna alla Galleria trovando i due Nosferatu paralizzati a terra, davanti i suoi occhi Mario azzanna il braccio di uno di questi tentando una Diablerie, Charles carica il pugno in direzione del Gangrel. Roy carica il misterioso vampiro in difesa dell’amico, mancando però il bersaglio, il quale arriva a destinazione sul volto Mario staccandolo dal mostro con un pezzo di carne putrefatta ancora in bocca.
Tutto si ferma per un attimo.
La Coterie di Charles trova ora il coraggio di uscire e, sotto lo sguardo severo del capo, caricano i Nosferatu portandoli all’interno del rifugio.
“Teneteli ben stretti che i bastardi hanno Potenza.” li ammonisce Roy. Tutto il gruppo di Cainiti entra nuovamente nel palazzo, i Nosferatu ormai fuori dalla paralisi sono comunque bloccati dai cinque scagnozzi di Charles; Mario e Roy sono liberi.
Roy tenta nuovamente di imporre il comando: “Dobbiamo assolutamente interrogarli e mandarli in Torpore”
Charles: “Perché? Siete stati voi a caricare l’attacco.”
Mario, stanco della conversazione artiglia a tradimento uno dei prigionieri. L’atto è gratuito quanto selvaggio, il padrone di casa perde il controllo e con uno scatto tipico della Frenesia morde il volto dell’aggressivo vampiro che, a quest’ennesimo colpo, crolla a terra sfinito. Charles ritrova subito la calma e con Roy si squadrano in attesa di ulteriori movimenti. Il Tremere ha l’iniziativa con Dominazione: “Tu devi proteggerci e aiutarci.”
L’imposizione arriva in fondo al bersaglio, che la assimila come fosse propria. “Cosa possiamo fare?” chiede di rimando il vampiro dominato. “Dobbiamo rimettere in sesto Mario e rendere inoffensivi questi mostri” Così dicendo Roy si china sull’amico esangue, con un piccolo coltellino si taglia un polso facendo colare poco del suo sangue nella bocca del compagno, che riapre gli occhi e comunica il suo disappunto per la sua situazione sbavando strani liquidi dalla bocca. Charles interviene successivamente dando una singola e lenta leccata al volto di Mario, dopo la quale scopre di avere nuovamente il naso ricostruito.
“E ora è il turno dei nostri compari...” Roy guarda con sadismo i due Nosferatu e ordina: “Mandateli in Torpore.” L’inesperta Coterie lo guarda con espressione vuota in attesa di una spiegazione. “Caricateli di botte fin quando sembrano morti.” traduce brevemente. Charles annuisce all’ordine, permettendo così ai giovani vampiri di divertirsi sui prigionieri fino al loro Torpore.
“Ora andiamo su, ci sono ancora molte cose da risolvere.” È la scelta di Roy. I vampiri formano una colonna sulle scale a chiocciola in pietra che conducono al piano superiore.
Charles, in testa, è a metà del percorso quando sente dei rumori dal piano superiore, ferma la colonna in attesa del pericolo. Rimane un po’ deluso quando vede fare capolino solo un topo. Questo scende lanciandosi a peso morto sui vampiri, seguito da una valanga di suoi simili, una cascata di ratti di fogna ricopre i vampiri, ognuno mordendo alla cieca e portandosi via un souvenir di carne morta con sé. Quando l’ondata termina Mario è nuovamente in Torpore, i vampiri ancora in piedi hanno meno pelle che vestiti e proseguire l’ascesa diventa d’improvviso un’idea sbagliata. Dietrofront e pianificazione. Roy dona altro sangue a Mario per svegliarlo dal Torpore una seconda volta, poi si dividono per la caccia al Nosferatu rimasto al piano superiore. Due vampiri della Coterie di Charles salgono per le scale principali e altri tre saliranno sul balcone da fuori con una scala. Roy, Mario e Charles prendono le scale di servizio nascoste al pubblico.
I tre personaggi, parallelamente a quelli sulla scala principale, raggiungono il piano superiore sicuri d’avere il vantaggio
della sorpresa.
Charles nota il mostro che sta per tendere un agguato ai suoi uomini, quindi attira l’attenzione del Nosferatu provando la via del dialogo ma questo scappa appena si sente circondato, senza pronunciare una sola parola. Inseguito dalla numerosa comitiva il deforme vampiro corre verso l’unica via di uscita: la terrazza. Imbocca la porta di cristallo già distrutta, sfrutta la rincorsa del terrazzo e spicca un balzo disumano dal parapetto, atterrando su un ginocchio nell’aiuola davanti la Galleria. Si guarda dietro vincente: i tre scagnozzi di Charles che dovevano accedere dal terrazzo sono ancora a metà della scaletta, tutti gli altri vampiri si fermano ad osservare dal balcone.
Non riescono a credere d’averlo lasciato fuggire, quando sentono un passo zoppo in rincorsa alle loro spalle. È Mario, scalzo e smangiucchiato, che corre sulla terrazza scimmiottando l’atto del Nosferatu. I personaggi davanti a lui non hanno il coraggio di fermare l’assurdità dell’intento, anzi: la curiosità di vedere la preannunciata fine spettacolare del Cainita li fa scostare dal parapetto per lasciare spazio al tentativo di suicidio. Il Grangrel estrae gli artigli in corsa, poggia le mani sul davanzale, ci carica una gamba e salta in direzione del Nosferatu che ha smesso di guardarsi le spalle.
Il volo è senza controllo ma fortuitamente preciso, mette le braccia avanti a sé con gli artigli spianati, il Nosferatu si alza in quell’istante tronfio della propria vittoria, quando all’altezza della sua quindicesima vertebra fa il suo ingresso Mario, trapassando il nemico da parte a parte e terminando il proprio volo impuntandosi in terra come accadrebbe in un cartone animato.
Il Nosferatu si accascia a terra con la schiena tronca.
Gli spettatori rimangono ammutoliti.
I topi applaudono.
“Daje Mariooo!” Esultano gli amici, meschini.
“Ora porta dentro il corpo che lo interroghiamo!” Ordina Roy.
Le voci amiche Mario le percepisce lontane, ma non importa: intuisce cosa gli stanno dicendo e sa gia che non ubbidirà. È appena passato attraverso la sua prima possibilità di Diablerie e non la perderà per nulla al mondo. Ritira gli artigli e azzanna il Nosferatu incapacitato a difendersi. Sangue di vampiro: è veramente il più buono che si possa trovare in circolazione. Beve avidamente sino all’ultima stilla di vitæ. Quando termina il sangue si asciuga il sapore ma continua un gusto più amaro restio a concedersi. È l’anima della vittima che lotta per non essere assimilata, basta poco impegno a Mario per troncare la forza riluttante e terminare così definitivamente l’esistenza già morta in vita.
Si rimette in piedi, il Cainita distrutto è gia in via di decomposizione, Mario accenna un sorrisetto soddisfatto: la sua umanità mozzata dall’atto non è più fatta per la pietà. Si dirige verso Galleria Borghese, recupera gli anfibi ed entra nel palazzo.
All’interno trova l’allegra comitiva a interrogare uno dei due Nosferatu, l’altro assomiglia molto a cibo per gatti: è stato appena distrutto.
“Mentiva troppo...” accenna Roy per giustificare la Morte Ultima del mostro. “...e anche questo qui canta la stessa canzone.”
“Ci penso io” taglia corto Mario, che si rivolge all’ultimo dei tre Nosferatu rimasto in vita: “Il tuo amico era buono. Spero non mi farai perdere tempo perché ho ancora fame. Dov’è Fido?”
“L’ho già detto, non lo so! Nessuno ha contatti con lui almeno da un paio di mesi.”
“Controlla ora con Auspex.” Si rivolge ora a Roy - “Sembra sincero” è la risposta.
Mario continua: “Bravo il mostro, e dimmi: perché siete qui?”
Il Nosferatu: “Te lo dico e poi mi distruggi. È inutile parlare.”
Mario: “Giuro sul mio sangue che ti lascerò andare.”
Roy lancia un’occhiataccia a Mario, non è d’accordo.
“Allora?!” Alza la voce Mario “Scegli: distruzione o confessione?”
“Si... Ci ha mandati Agonìa per finirvi nel caso Fido vi avesse risparmiato.” Mario guarda Roy per sapere la veridicità dell’affermazione, il Tremere annuisce.
In quel momento squilla il cellulare di Mario che si allontana.
“Sei ancora vivo? dove sei?” È Benito che parla - “Si... Sono vivo, sto a Villa Borghese.”
Benito: “Ancora lì? È passato da un pezzo il tempo concesso.”
Mario: “Si... C’è stato un problema...”
B: “Che è successo?”
M: ”No... Niente, è che Fido ci ha attaccato....”
B: “C’è scappato il morto quindi?”
M: “Si, ma noi stiamo tutti bene”
B: “Prego?”
M: “Cioé no, non c’è stato nessun morto”
B: “Quindi Fido non ha attaccato?”
Troppa attività intellettuale manda Mario in crash: “No, Fido non l’abbiamo trovato” - “D’oh!” il suo pensiero successivo.
Silenzio per qualche secondo dall’altra parte della cornetta, poi Benito sbotta: “Brutta testa di cazzo, non so cosa ti stia inventando e perché, ma faresti bene a correre all’Elysium a fare rapporto, sempre nel caso il licantropo sia sparito. Ora sta per partire una riunione aperta fino alle decime generazioni, c’è scarsità di manodopera e ho bisogno di gente. Sbrigati!”
Il resto dei vampiri assiste allo sgonfiamento del petto di Mario secondo dopo secondo, Roy non perde tempo e, prima di dover litigare sulla questione di lasciare libero o meno il Nosferatu, strappa un morso al prigioniero facendogli così raggiungere la Morte Ultima.
Mario torna dagli amici e vede il Nosferatu ridotto a un cumulo organico in decomposizione. Capisce tutto ma non ha la forza di lamentarsi, e tutto sommato non glie ne frega nemmeno un granché.
Chiede al compagno: “Ora, che facciamo con questi qui?”
“Chichi ci ha detto di arruolare Cainiti adatti alla causa, loro potrebbero andare bene.”
Charles sentenzia: “Sarei felice di appoggiare la causa di chi mi ha devastato il rifugio, magari adesso potreste spiegarmene il motivo.”

...to be continued!

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